martedì 21 ottobre 2008

"Lo fatal" di Rubén Darìo

Continua il nostro viaggio nel labirinto della letteratura. Ad accompagnarvi, adesso, è Cristina, che vi farà scoprire una poesia fatale in tutti i sensi, e vi farà conoscere colui che l'ha scritta, Rubén Darìo.

LO FATAL
Dichoso el arbol que es apenas sensitivo,
y más la piedra dura porque esa ya no siente,

pues no hay dolor mas grande
que el dolor de ser vivo,
ni mayor pesadumbre
que la vida consciente.

Ser y no saber nada,
y ser sin rumbo cierto,
y el temor de haber sido
y un futuro terror...
y el espanto seguro de estar mañana muerto,
y luchar por la vida,

y por la sombra,
y por lo que no conocemos
y apenas sospechamos,
y la carne que tienta
con sus frescos racimos,
y la tumba que aguarda

con sus funebres ramos,

¡ y no saber a donde vamos

ni de donde venimos... !



FATALE
Fortunato l'albero che è appena sensibile,
e di più la pietra dura, perché questa non sente,
poi non c'è dolore più grande
che il dolore di essere vivo,
né maggiore mortificazione
che la vita cosciente.

Essere e non sapere niente,
ed essere senza direzione certa,
e il timore di avere fatto,
e un terrore di futuro...
e l'orrore sicuro di stare morto la mattina,
e soffrire per la vita,
e per l'ombra,
e per quello che noi conosciamo
e appena sospettiamo,
e la carne che tenta
con i suoi freschi grappoli,
e la tomba che guarda
con i suoi funebri rami,

¡ e non sapere dove andiamo,
né dove veniamo... !

Rubén Darìo è un poeta spagnolo dell'inizio del Novecento. Nasce a Nicaragua ed è un poeta modernista, un giornalista e un diplomatico. Nell’arco della sua vita troviamo 3 tappe fondamentali.
La prima tappa si chiama “azzurro”. Il poeta si trova in Cile e lì ha una forte influenza francese.
Nella seconda tappa sta in Argentina e scrive prose profane nel 1896. In questo periodo disse:
“Yo detesto la vida y el tiempo en el que me tocò nacer, y también mi esposa ed de mi tierra, mi querida de Paris; tantos milliones de hombres habberemos inglés” ovvero “Detesto la vita e il tempo nel quale mi toccò nascere, e anche la mia sposa è della mia terra, la mia cara Parigi; tanti milioni di uomini parleranno inglese”. Con questa frase si può capire che il poeta ha il timore per gli Stati Uniti.
Nella terza ed ultima tappa, il poeta si trova in Spagna nel 1905. Questo è l’anno in cui il poeta morì e, sempre in quest’anno, scrisse “Cantos de vida y esperanza”, dove si incontrano temi importantissimi come la riflessione sopra l’autunno della vita, la malinconia, preoccupazione per il destino dell’uomo, e preoccupazioni filosofiche.

Questa poesia, “Lo fatal”, fa parte dell’ultima tappa dei “Cantos de vida y esperanza”. Questo sonetto è composto da quattro strofe, due quartine, una terzina e un distico (questo si chiama “soneto incabado”).
Il tema principale di questa poesia è il problema esistenziale sviluppatasi nella generazione del ’98. Nella generazione del ’98 vi è il modernismo, che è un movimento che nasce verso la fine del XIX secolo in Hispano America. Nel modernismo si è concentrato diversi movimenti come: il simbolismo, l’ estetismo, il parnassianismo e l’escapismo. Rubén Darìo fa parte di questo movimento perché si concentra sull’escapismo, che è una nuova corrente che tratta di scappare dalla realtà rifugiandosi nell’Oriente e nell’esotico. Importante, nella sue poesie, sono i riferimenti della mitologia greca come la presenza di stagni e di cigni che si ritrova fondamentalmente in un’altra poesia “Era un aire suave”.
In questo periodo, come lo si può vedere in queste poesie, soprattutto in “Lo fatal”, si concentra il tema esistenziale. L’uomo si sente disperso, in crisi, risente il bisogno di rifugiarsi, di chiudersi in un altro mondo. Non ha più credenze in niente, forse nella morte, in contrasto con la vita. Forse l’unico modo che ha l’uomo per esprimersi è chiudersi in questo modo oscuro per affermare il dolore e la crisi che ha dentro e che prova.

4 commenti:

daniel ha detto...

Braa Cristina!!!

Azzurra ha detto...

Una poesia davvero ricca di emozioni!!!Quando ce ne proponi delle altre? Bacioni Silvia&Teresa

Anonimo ha detto...

Hola, mi fa piacere sapere che anche a voi piace la poesia del mio compatriota. Il tuo commento è buono. Auguri

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa ma prima di postare certe cose, cerchiamo di informarsi bene... ci sono diverse imprecisioni, non solo nell'ortografia e nella traduzione de "lo fatal" ma anche nella data di morte dell'autore...che è nel 1916, non nel 1905!